
I Silenzi sul Trofeo delle Regioni
I silenzi sul Trofeo delle Regioni:
Il Trofeo delle Regioni appena concluso passerà alla storia non per i risultati sportivi, ma per il caos organizzativo e regolamentare che lo ha caratterizzato.
Una gara difficile, gestita con un regolamento discutibile, un clima di tensione crescente e un'organizzazione incapace di garantire sicurezza, equità e rispetto delle regole.
Che ai Pratoni del Vivaro si deveno accettare mandrie di cavalli bradi, greggi o vacche in mezzo al percorso è diventato quasi “folklore”. Qualcuno ironizza: «È questo il bello dei Pratoni» . Ma quando durante una prova under 14 si trova sul tracciato “una mandria di cavalli con tanto di stallone”, non si tratta più di folklore, ma di pericolo.
Un ragazzo ha avuto la prontezza di segnalazione la criticità, ma l'organizzazione non ha fatto nulla.
A questo punto, verrebbe da aggiungere – amaramente – che per rendere l'esperienza ancora più “avventurosa” si potrebbe liberare anche qualche coccodrillo o un T-Rex e qualche Velociraptor
Il vero nodo della manifestazione resta però il regolamento.
I tempi di regolarità non corrispondevano a quelli reali: diversi team, con prova alla mano, hanno dimostrato che i secondi in anticipo non erano corretti.
Alcuni membri della Commissione, a quanto pare, hanno compreso che le regole vanno riviste.
Durante il briefing della vigilia, il Presidente di Giuria aveva chiaramente comunicato che la “fast line” non andava percorsa in sella . Regola rispettata da pochi, con la complicità di giudici e delegati che chiuso hanno un occhio o meglio hanno preferito voltarsi da un'altra parte.
Eppure, chi ha rispettato le regole si è ritrovato penalizzato in classifica.
È emblematico: un binomio ha addirittura dissellato il cavallo all'ingresso del cancello veterinario , probabilmente dopo che il tempo era già stato fermato.
Ma non si tratta di un episodio isolato.
I giudici erano in completa anarchia: regole cambiate in corsa, assistenze aggressive, addirittura una giudice investita da un givettone.
Alla fine della giornata, i giudici erano fermi, scossi, con qualche livido.
E mentre si cercava di velocizzare gli ingressi, alcuni ragazzini sono caduti , vittime della pressione e di un modello sportivo distorto.
Se questo è l'insegnamento “formativo” trasmesso ai giovani atleti, allora siamo di fronte alla morte dei veri valori sportivi .
A completare il quadro, una gestione delle comunicazioni imbarazzante: radioline su canali diversi, nessun contatto con medico e maniscalco, e un CO che non ha fornito numeri di emergenza fondamentali a chi di dovere .
La prima caduta è avvenuta a pochi metri dalla partenza: solo grazie a una segnalazione fortuita si è evitato il peggio.
Due problemi da risolvere
1. I Pratoni non possono continuare ad ospitare gare con un rischio così elevato. Non è accettabile che gli atleti – e soprattutto i minori – corrano il pericolo di imbattersi in animali liberi sul tracciato. Serve una denuncia formale al comitato organizzatore.
2. Il sistema di regolarità e cronometraggio va rifondato: troppe incongruenze, troppe “stranezze” che si ripetono da tempo. La tecnologia dei trasponder, così com'è gestita, non garantisce equità.
Questo Trofeo delle Regioni, insieme ai disastri del Campionato Italiano che l'ha preceduto, rappresenta un punto di non ritorno.
Serve una riflessione profonda, un cambiamento di rotta vero e un regolamento che restituisce dignità a una disciplina che rischia di affondare nel ridicolo.
Chi ama questo sport non può più tacere.
Ci si augura che tutti e tali accadimenti e critiche' siano fedelmente denunciati nei report alla federazione da chi preposto a tali compiti .