
PINOCCHIO AVEVA PIÙ DIGNITÀ...
Finalmente una classifica nella quale non siamo all’ultimo posto.
Con grande enfasi, il sito della FISE e il presidente Di Paola, hanno dato risalto a questo dato. In ragione di tanti atleti che partecipano a eventi nazionali e ai tanti eventi internazionali organizzati nel nostro territorio, abbiamo raggiunto quei numeri e quella classifica. Ma a noi, che cerchiamo di avere una visione delle cose un po’ più ampia, scaturisce come prima valutazione questa considerazione. Ossia che, se i risultati sono quelli che abbiamo avuto in questa stagione 2023, sarebbe forse il caso di fare qualche analisi un po’ più approfondita perché gli stessi sono inversamente proporzionali al numero di atleti tesserati e al numero di eventi organizzati... Dubito infatti che la FEI e gli altri paesi stranieri possano nutrire nei nostri confronti la ammirazione che paventa il Presidente, in particolare dopo una stagione come questa, così ricca di insuccessi che non si ha memoria di averla vissuta in epoca precedente. Sarebbe forse il caso dopo essersi appellati alla mancanza della fortuna, ai giudici ostili all’umidità, al vento contrario e ad altre amenità del genere, che la Federazione e il Presidente abbandonassero la loro costante autoreferenzialità, per mezzo della quale siamo alti biondi e con gli occhi celesti, e iniziassimo ad interrogarci seriamente sulle cose che non funzionano e sulle possibili soluzioni per risolvere i nostri problemi. Abbiamo un alto numero di tesserati che partecipano a gare FEI nonostante altri paesi abbiano un numero di praticanti considerevolmente maggiore del nostro (Gran Bretagna-Irlanda-Svezia-Stati Uniti-Canada ecc.) proviamo a capirne la ragione. Innanzitutto rispetto ai paesi sopra citati, il nostro numero elevato deriva molto dagli enduristi non presenti in egual misura in altri Paesi (le numerosissime gare che si svolgono sul nostro territorio hanno tutte programmazione internazionale). Una seconda plausibile ragione è che la maggior parte dei concorsi di salto che si organizzano in Italia sono di due e di tre stelle, che contemplano categorie 115-120. L’accesso pertanto a gare internazionali è garantito ad un numero più elevato di atleti anche di livello sportivo più basso, questo per favorire la economia dei nostri comitati organizzatori. Evidentemente la griglia di accesso alle gare internazionali in altri paesi è tenuta su standard di maggiore qualità. Laddove si voglia far accedere un livello sportivo più basso, le gare di minor caratura sono programmate per lo più come prove nazionali. Ma oltre ad un problema economico, il comitato organizzatore percepisce dalle gare 115 e 120 delle quote di iscrizione più cospicue, ed inoltre c’è l’aspetto emozionale di un cavaliere che saltando le 115 dice "sto competendo a livello internazionale". Questa è l’Italia. Forse meno chiacchiere e distintivo, e un approccio allo sport più serio, potrebbe aiutarci. Infatti se prendiamo in comparazione le posizioni ranking nel salto ostacoli dei migliori quattro cavalieri dei diversi paesi questo è ciò che emerge. Da un'analisi oggettiva di comparazione dei ranking FEI salto ostacoli dei migliori quattro cavalieri per ciascun paese scaturisce questa graduatoria puramente numerica. Essa logicamente prescinde dal numero dei tesserati che partecipano a gare FEI, ma si basa soltanto sulla qualità dei risultati.
1) Irlanda 2) USA 3) Germania 4) Francia 5) Svizzera 6) Olanda 7)Gran Bretagna 8) Belgio 9) Svezia 10) Brasile 11) Canada 12) Messico 13) Italia 14) Austria 15) Spagna. Non certamente migliore è il ranking della squadra italiana quest’anno non ammessa alla finale della seconda divisione, ultima classificata nella divisione uno, ammessa a Barcellona solo per un ripescaggio, penultima a Barcellona davanti solo all’Uzbekistan, 10ª al campionato europeo di Milano e non ammessa alle olimpiadi arrivando dietro Austria Spagna e Svizzera, tra quelle non già precedentemente classificate. Con rispetto poi al livello degli eventi organizzati, emerge che noi abbiamo meno gare di salto ostacoli di livello 4 e 5 stelle rispetto anche (oltre Francia e Germania) a Stati Uniti, Canada, Messico, Spagna, Belgio, Gran, Bretagna, Olanda e quindi, di conseguenza, una minor possibilità di elevare il livello del nostro sport. Per concludere, mi piacerebbe che queste osservazioni fossero recepite come un contributo analitico oggettivo, che possa determinare la volontà di mettersi in discussione. Sarebbe un segnale di capacità di organizzare lo sport nel nostro paese che fin'ora è ampiamente mancato. Temo purtroppo, invece, che come ogni e qualsiasi voce contraria alla verità che ci viene propinata venga respinta al mittente.
Tecnico di Secondo Livello Discipline Olimpiche