
UN’OCCASIONE DA NON PERDERE
Sembra essere giunto il tempo del tanto
atteso avvicendamento nel dipartimento di
disciplina, fino ad oggi capitanato da
M a s s i m o Nova. La c o ntr o vers a e s p e r i e n z a
direttiva potrebbe essere giunta al
capolinea e, secondo indiscrezioni e
confronti ufficiosi, si sta già lavorando per
identificare u n a nuova c o m m i s s i o n e . Per
molti versi è già una buona nuova che
volga al termine una lunghissima stagione
caratterizzata da una condotte improbe e
palesemente conflittuale, sia nelle scelte,
che negli effetti prodotti. I risultati, quelli
veri, sono la ineluttabile testimonianza che
il modello gestionale perpetuato e difeso a
tutti i costi, nonostante le reiterate
pubbliche rimostranze, si è rivelato a dir
poco fallimentare. Ma indugiare ancora su
una analisi a posteriori serve a molto poco
ormai, dato che la materia è stata
a m p i a m e n t e t r a t t a t a e le c r i t i c h e o f f e r t e
sono state molte e di molte forme, anche
c o n c o n t e n u t i volti alla r i c o s t r u z i o n e e al
rinnovamento. Oggi serve rinvigorire i
sentimenti di lungimiranza e prospettiva
piuttosto, anticipando, se fosse ancora
possibile, i tempi di nuove affrettate e
incomplete soluzioni. E c o m e fare a
c o n v i n c e r e c h i di d o v e r e c h e le f o r m u l e di
alcuni sono migliori delle formule di alcuni
altri??? Semplicemente facendo lo sforzo
di anteporre criteri e principi di valenza
plurale e di comune condivisione a
d i n a m i c h e e i n t e r e s s e n z e di d e c l i n a z i o n e
privatistica. Per carità, la politica è politica,
ma è pur vero che lo sport è lo sport...
Sulla scorta di questa idea forte si
potrebbe dire che nessun equilibrio da
mantenere può giustificare la
c o m p r o m i s s i o n e delle sorti della
disciplina. Qui sono in gioco diritti e doveri
che forse fino ad oggi non si è voluto
difendere e d evocare per a s s e c o n d a r e una
pacifica inerzia e una ingenua attesa
(sebbene io non comprendero' mai siffatta
omertà). Adesso però è tempo di
guardarsi allo specchio (non allo
schermo...) e ridare spazio al merito e alla
rappresentanza vera, quella che proviene
dai territori, dalle comunità regionali e dal
decoroso principio di coesione che fonda
la costituzione federale, che è stata
sovente paradossalmente e tristemente
strumentalizzata, a favore di un potere
improprio, iniquo e incontrollato.
Il c a s s e t t o delle idee n o n è mai s t a t o
chiuso e oggi è tempo di rispolverare un
progetto di dipartimento c o m p o s t o dai
rappresentanti capaci delle regioni attive,
uno per ognuna, dal quale sintetizzare le
mansioni e i ruoli operativi. Tale scelta
consentirebbe di garantire una trasparenza
sul piano democratico e una operatività
controllabile e efficace dal punto di vista
geografico, basandosi sulla valorizzazione
di quel tanto ribadito diritto allo sport,
tanto inalienabile, quanto purtroppo
mortificato. Una formula c h e favorirebbe
un coinvolgimento comunitario e darebbe
vita ad un processo di nuova e globale
interazione tra l'utenza reale e la dirigenza
federale, senza il fardello di paventati
conflitti e ambigue alternanze. Un
c o n s e s s o di r i s o r s e u m a n e c h e
nell'interesse di rappresentare le diffuse
comunità sportive troverebbe l'indiretto e
involontario deterrente al conseguimento e
al soddisfacimento di logiche personali.
U n a d o t a z i o n e finanziaria c o n d i v i s a e
pubblica, come una equa e proporzionata
distribuzione delle facoltà di spesa, con
u n a n a t u r a l e a s s e v e r a z i o n e a n t e l i t t e r a m
dei bilanci di disciplina. Una misura per
tutti e per tutto, insomma. Potremmo
continuare ancora, in un attento
discernimento dei molteplici aspetti che
riguardano questa circostanza, ma per
cambiare servono le opere buone di chi
vuole seguire consigli buoni.
P. S. Le diffamazioni vigliacche hanno le
gambe corte...come le bugie.
S a l u t i
Francesco Coppa