
BASTA !!!!TORNIAMO ALLE ORIGINI
L’innegabile fatto è che ai vertici non frega un tubo dell’endurance, del fatto che le gare interregionali son calate del 30% i tesserati a/be del 40% che i costi di tesseramento sono aumentati del 20% e che le iscrizioni alle gare sono aumentate del 20%. Vede l’endurance ristretto a Nova e Torre , Laliscia, Serioli e similari ignorando del tutto che oltre l’85% del cosmo che alimenta l’ endurance e’ composto dagli ‘altri’ che sono costretti a subire regole tanto cervellotiche che idiote, commissioni veterinarie malate di protagonismo per esser buoni o narcisismo patologico per esser reali. Freendurance ( della quale siamo rimasti in, due gli ultimi soci fondatori sopravvissuti alle ondate di bieco e cieco opportunismo).iniziò per dar voce alla base. L’abbiamo preso in quel posto innumerevoli volte, a partire dal rappresentante dei cavalieri che, essendo un cavaliere rappresento solo se stesso, Invece di dire che siamo abituati a prenderlo sarebbe meglio dire non lo vogliamo più prendere. Pragmaticamente in tutti questi anni posso affermare che molti, taluni anche presenti in questo gruppo, altri defenestrati ,hanno agito per motivi di posizione e posizionismo personale, abbandonando l’etica rivoluzionaria pro cavaliere/base che all’inizio ci caratterizzò a tal punto che quasi il 70% dei tesserati fise endurance era di Freendurance. Ci si batteva anche ferocemente per gli ultimi. Politicamente indipendenti. Nel tempo i ‘ politicanti’ hanno attinto a grandi quantità di idee nostre, facendole passare per loro, disconoscendoci poi all’atto della giusta e dovuta riconoscenza. A Freendurance dura e pura di un tempo non avrebbe fregato una beata minchia se a capo ci fosse stato Torre, Nova o Ambrosio o qualunque blasonato. Non avrebbe mai lasciato passare indenne un regolamento disincentivante, ma, aveva i numeri e le persone per farlo. Ora siamo carbonari che stanno per commettere per ennesima volta errore di valutazione ( buonismo esistenziale, voglia di cercare uno spiraglio anche nel buio più cupo) concedendoci ad un confronto con chi ci ha disintegrato elettoralmente. Non ci dovevamo schierare con Campese e nemmeno con altri. Abbiamo barattato la nostra indipendenza la nostra libertà. Tornare ad una lotta più dura sebbene dobbiamo fare conto sulla nostra intrinseca pelle di endurista votato al sacrificio . Abbiamo scelto una disciplina tanto affascinante quanto deludente. Mettiamo ogni giorno a rischio la salute dei nostri cavalli che, per un infortunio e regole pazze rischiano un disvalore economico in un amen. Se non torniamo ‘guerrieri’ anche sbagliando, siamo destinati alla carboneria. A me e tanti altri non frega nulla di chi sia al vertice Fise Endurance. Vogliamo fare più gare, avere meno costi, esser trattati da attori principali ( parlo di binomio) e non da comparse in un circo di troppi galli spesso acompetenti se non incompetenti ( vet, giudici e commissioni) ognuno con il suo tornaconto. Basta entrare in visita ed aver timore del vet che se la sera prima non ha trombato ti tromba. Basta e’ lui che tra l’altro è pagato da noi, a dover esser deferente e giusto nei nostri confronti.Puntualizziamo che per l’esistenza stessa del nostro “movimento” che, ai tempi raggiunse eco anche fori Italia essendo allora come ora l’unico gruppo disallineato da logiche di potere, dobbiamo smettere di farci tirare per la giacca. Ergo, nessun confronto con nessuno ma lotta e denuncia precisa e puntuale di prevaricazioni, storture, inciuci ed intrallazzi con l’unico obbiettivo di”servire” nel senso letterale solo al e per il bene della disciplina che, se vuol evolvere e tornare ai fasti passati deve per forza passare da un miglioramento tangibile delle categorie regionali. Il messaggio odierno è quello : faccio due 60 e due 90 e qualifico il cavallo. E poi? Dove vai? Sai quanto costa una FEI ? Sarebbe opportuno sviluppare un pensiero sul sano agonismo sulla rilevanza delle regionali, sul rispetto per il binomio , la sua crescita.