
Cavaglià per chi l’ha vista, per chi non c’era e per chi quel giorno lì inseguiva la sua chimera
Buona la prima! Ah no, la prima era in Sicilia, anzi sarebbe dovuta essere in Sicilia, quindi buona la seconda, la prima dell'anno, ma anche no.
Dopo i titoloni entusiastici dei 160 iscritti, il maltempo, purtroppo, ci ha messo lo zampino e l'endurance del bel Paese ha perso una ghiotta occasione per ben figurare, ovvero rimandare la manifestazione.
Il buon senso ha consigliato molti cavalieri di disertare, soprattutto nella giornata di domenica, ma lo stesso non è stato sufficiente agli organizzatori per fare un intelligente passo indietro. Si può comprendere che le pressioni derivanti da un dipartimento, che ha raffazzonato un calendario zoppo, siano state decisive per lo svolgimento a tutti i costi, ma resta il fatto che non si progetta una gara in queste zone il 2/3 marzo, basta chiedere al contadino a fianco.
In aggiunta su un percorso venduto come eccitante prova in linea, ma in realtà, e lo sanno tutti, unico modo per avere i chilometri necessari alla CEI3*con il record mondiale di tratti a doppio senso, i lupi dello scorso anno non si sono manifestati.
Come si diceva prima, complice il cattivo tempo e le criticità che evidenzieremo, non è stato un fine settimana esaltante.
A Caravino, proprio a fianco della zona di sosta imperavano, inutilizzati, file di box che, crediamo, con 20/30€ in più sarebbero stati utili allo scopo.
Eventuale sosta in box a Cavaglià resa impossibile dallo scarso numero di stewards.
Al cancello, in alcuni frangenti clou con 8/10 cavalli in re-ispezione, mancanza del giudice addetto allo smistamento corsie con visite lentissime e binomi in ritardo per la ripartenza.
Sempre in cancello, un solo addetto al tablet per quattro corsie che riceveva valori da registrare a raffica da destra e manca, e chissà quanti saranno finiti sul cartellino sbagliato. Per la CEI1* niente visite sul sito.
Attraversamenti su provinciali con punti ciechi non presidiati, segnalazione precaria e totale mancanza di frecce negli incroci, in molti hanno sbagliato al punto di taglio del giro arancione (20/27km), sbarre abbassate e chiuse sul percorso da aggirare con difficoltà (una poi aperta a gara in corso).
Mancanza di GPS, oggi come oggi dovrebbe essere obbligatorio in tutte le manifestazioni, almeno le internazionali, figuriamoci in una prova in linea.
Molti tagli al contrario (km in più) ma ciò, si sa, comporterebbe l'esclusione dalla classifica ed al massimo la qualifica, non pervenuti.
Fermiamoci qui, si potrebbe andare molto oltre ma non c'è la volontà di infierire e mettere in seria difficoltà alcune persone, non è questo che ci proponiamo.
Vogliamo concludere con un 13 km/h a giro di media minima servito sicuramente per agevolare gli spostamenti di giudici e veterinari da un cancello all' altro ma totalmente insensato per una gara corsa in queste condizioni meteo con i terreni messi a dura prova dalle precipitazioni dei giorni precedenti.
Il regolamento FEI recita così ( 818.5.1 se si verificano condizioni avverse, come condizioni meteorologiche estreme che potrebbero compromettere la capacità delle combinazioni di completare un percorso in sicurezza, il presidente della giuria e il presidente della commissione veterinaria, in consultazione con il CO e veterinario straniero, può richiedere fermate obbligatorie o stabilire un tempo massimo per loop/fase e/o gli orari di chiusura dei cancelli veterinari, per garantire che le combinazioni non rimangano troppo indietro rispetto alle altre combinazioni e garantire la sicurezza e benessere dei cavalli e atleti) ma questo dipartimento con i suoi sudditi se ne frega bellamente e va avanti così, ci saremmo meritati l' intervento degli animalisti ed avrebbero avuto ragione mille volte e non chiediamoci poi perché non diventiamo disciplina olimpica! Tutti a casa, rimbocchiamoci le maniche e ricominciamo da zero, è l'unico modo.